Salute
Insonnia, quando diventa un disturbo? La psicologa Chiara Cognetta ci spiega come prestare attenzione ai primi campanelli d’allarme
Insonnia, un problema per molte persone. Come intervenire e quando? Ce ne parla la dottoressa Chiara Cognetta, psicologa presso la Lampada di Aladino di via Dante.
A chi non è mai capitato di passare una notte in bianco o di faticare a prendere sonno, rigirandosi tra le lenzuola nella speranza di addormentarsi? Può succedere che si dorma diversamente dal solito soprattutto la notte prima di un evento importante, di un esame o a causa di preoccupazioni che durante il giorno hanno occupato la nostra mente. Per fortuna, succede spesso che, dopo qualche tempo, il problema si risolva da sé permettendoci di tornare ai nostri ritmi usuali. Stando ai dati forniti dall’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS), il 41% delle persone che si rivolgono al medico di famiglia, lo fanno per risolvere problemi di insonnia e per il 67% di queste stesse persone, il problema perdura da un anno. Se in alcuni casi si tratta di un momento passeggero che si risolve da solo, può al contrario accadere che l’insonnia possa diventare una problematica importante, soprattutto quando influisce negativamente sulla qualità della nostra vita, sulle nostre relazioni, sul nostro umore, sulle nostre prestazioni professionali durante il giorno.
Quando si può parlare di un vero e proprio disturbo del sonno:
Nonostante molti possano dichiarare di non essere totalmente soddisfatti del proprio sonno, è possibile stabilire con esattezza quando si tratta di un vero problema. L’insonnia non si manifesta esclusivamente attraverso evidenti difficoltà ad addormentarsi, ma anche con spossatezza, difficoltà di concentrazione, attenzione e memoria, scarsi rendimenti scolastici o professionali, altalena emotiva e oscillazioni dell’umore, cefalee, disturbi digestivi e irritabilità durante il giorno. È possibile riconoscere di avere un problema soprattutto quando succede di impiegare più di 30 minuti per addormentarsi o quando succede di svegliarsi mezz’ora prima della sveglia. Oppure quando succede di svegliarsi in diversi momenti nel corso della notte, per un tempo che, sommato, superi la mezz’ora.
Per parlare di disturbo del sonno: riepilogo
Si parla di disturbo da insonnia quando:
-l’insoddisfazione per il proprio sonno è associato a frequenti risvegli, difficoltà a riaddormentarsi dopo i risvegli o risvegli mattutini precoci;
-ci sono evidenti e significative difficoltà in ambito lavorativo, sociale, famigliare
-il disturbo si verifica almeno 3 notti a settimana ed è presente per almeno 3 mesi
-il disturbo si verifica nonostante si abbiano le condizioni affinché si possa dormire indisturbati
-l’insoddisfazione per il proprio sonno non è attribuibile agli effetti fisiologici di una sostanza (farmaci, sostanze stupefacenti)
-l’insoddisfazione per il proprio sonno non è legata ad altri problemi come narcolessia, disturbi correlati alla respirazione, disturbi del ritmo circadiano, etc.
Alcune regole per un sonno migliore:
Non fare sonnellini in momenti diversi da quelli notturni
Nelle 6 ore prima di addormentarsi, non assumere sostanze contenenti caffeina e non fumare
Alzarsi e cambiare stanza, se dopo 15-20 min. non vi siete addormentati
Evitare di fare attività fisica poco prima di andare a dormire
Cercare di mantenere separate la stanza da letto, da attività come scrivere a pc, guardare la tv, etc.
Rendere la stanza da letto il più confortevole possibile, né troppo luminosa, né troppo buia
Cercare di impostare la sveglia allo stesso orario ogni giorno
Cercare di rimandare i pensieri e le preoccupazioni ad un momento della giornata diverso da quello appena prima del sonno
Cosa fare?
Se in alcuni casi si tende a generalizzare eccessivamente, in altri la tendenza è a sottovalutare questo problema, oscurando di fatto le reali conseguenze che la mancanza di un sonno regolare e buono può comportare, inficiando negativamente sulla qualità della vita, sulla qualità delle relazioni, delle prestazioni e sulla possibilità di ridurre il rischio di incidenti stradali. L’insonnia può essere un disturbo di per sé, ma anche un campanello d’allarme che ci avvisa che sta succedendo qualcosa di importante dentro di noi. Affidarsi a professionisti con cui capire quale sia la strada percorribile per migliorare la situazione, è il primo passo da compiere. Inizialmente sarà buona pratica quindi rivolgersi al medico di famiglia per definire insieme le tappe di eventuali approfondimenti clinici; nel caso di insonnia senza una chiara causa organica, sarà auspicabile affidarsi ad uno psicologo, in modo da ipotizzare un percorso orientato, ad esempio, a rafforzare la relazione tra l’ambiente in cui si sceglie di dormire e le attività che favoriscono il sonno, di modo che si possano non solo ridurre i comportamenti disfunzionali che compromettono il sonno, ma anche approfondire le cause psicologiche che mantengono l’insonnia.