Comunità Pastorale
La festa dell’incontro e dei colori del mondo
Già l’accoglienza, alla Festa dei popoli, metteva di buonumore. Il primo stand, gestito dai giovani dell’Avis, distribuiva infatti palloncini ai bambini, gadget agli adulti e sorrisi a tutti. Dopo di loro si apriva un arcobaleno di umanità, riunitasi in via Aldo Moro per ricordare cosa voglia dire convivere da fratelli nella stessa città.
Impegno quotidiano
Bastava notare l’organizzazione per capire che non si trattava della facciata allestita per un giorno di solidarietà. Le scuole, le Associazioni, le parrocchie, il Comune, rendevano più evidente, per un giorno, ciò che è impegno quotidiano sul campo per rendere Brugherio una città multietnica. Un processo inevitabile: si tratta di capire come affrontarlo. Con la paura o con la conoscenza? Costruendo muri o costruendo ponti? L’ha ricordato anche don Vittorino Zoia, insieme a tutti gli altri sacerdoti della città, nell’omelia della messa celebrata domenica mattina. Storico appassionato, don Zoia ha ricordato l’anniversario della Grande Guerra per sottolineare che anche oggi è in atto un conflitto mondiale. A pezzi, come ha detto Papa Francesco. L’accoglienza, regolata da diritti e doveri, diventa imprescindibile per un cristiano.
L’hanno ascoltato a centinaia, seduti sotto un sole che ha accompagnato tutta la domenica dopo le nuvole e gli sprazzi di pioggia del sabato. Nell’assemblea, anche decine di bambini. La festa è sembrata soprattutto per loro: grazie alle diverse attività dedicate ai piccoli (un successo la piscinetta di granoturco della Croce Rossa), la Festa dei popoli ha parlato sia agli adulti che alle nuove generazioni.