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Mario Motta, il prof-coach che vince in Svizzera

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Mario Motta, il prof-coach che vince in Svizzera


In città, Diavoli Rosa e Sanda contribuiscono con i loro risultati a tenere alto il livello del volley. Ma non bisogna andare molto lontano per vedere un altro pezzo di Brugherio protagonista assoluto nella pallavolo. Lugano, Svizzera. La squadra locale ha conquistato domenica 19 aprile il terzo scudetto consecutivo. Coach dei campioni elvetici è il brugherese Mario Motta, alla guida dei luganesi da tre stagioni, e storico professore di educazione alla scuola media Kennedy. «Non era mai successo nella storia della società – spiega Motta –. Il primo titolo è stata una sorpresa, il secondo quasi un atto dovuto, avevamo fatto una squadra molto buona. Quest’anno invece ci davano tutti per spacciati, abbiamo avuto problemi societari ma a gara 5 delle finali ce l’abbiamo fatta».
Il Lugano ha infatti battuto il Losanna solamente all’ultima gara, in una serie combattutissima, in cui in ben quattro match non è stato rispettato il fattore campo (vittoria della squadra in trasferta ndr).

Per il brugherese quindi, che in tre anni ha portato a casa anche una Coppa di Svizzera e una Supercoppa e ha partecipato a due stagione di Champions League, è motivo di soddisfazione in più: «È stata la vittoria dell’orgoglio, abbiamo anche vinto la regular season nonostante siamo stati costretti a cambiare tre giocatori».

A stagione appena finita è ancora presto per parlare di progetti futuri, ma una cosa il professore-coach la sa: «La scuola non la lascio. Non è un lavoro ma un piacere, e ringrazio il preside e i colleghi che mi aiutano e mi sostengono in questa esperienza professionale». Di certo però, a Motta l’ambiente svizzero piace: «In questi tre anni la Svizzera l’ho apprezzata moltissimo. Grande fair play, pubblico correttissimo e ambiente bello: dipenderà dai programmi della società».

Tra una lezione e un allenamento, Motta segue con molto interesse anche il volley brugherese, esprimendo «stima per Danilo Durand e Giampaolo Palombo», i colleghi allenatori di Diavoli e Sanda. Nel suo sangue però, scorre il rosanero: «Il mio sogno è quello di vedere i Diavoli in A. In quel caso – conclude scherzando – mi offrirei come secondo di Durand».

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