Connect with us

Noi Brugherio

Da Londra a Washington, la tesi di Giuseppe Sardi sulle tracce del conte Andreani

Cronaca

Da Londra a Washington, la tesi di Giuseppe Sardi sulle tracce del conte Andreani

Giuseppe Sardi a Washington

La vita e i viaggi del conte Paolo Andreani, che si imbarcò per il primo volo in mongolfiera a Brugherio, raccolti e raccontati in una tesi di laurea. L’artefice di questo importante e significativo lavoro è Giuseppe Sardi (nelle foto), cittadino brugherese che, il 19 marzo si è laureato presso l’Università degli Studi di Milano, facoltà di “Scienze politiche, economiche e sociali” con la tesi dedicata a sua sorella Elena, dal titolo: “Scritti di viaggio di Paolo Andreani”.
L’aver discusso la tesi a marzo, proprio nel mese in cui Andreani compì il volo e durante alcune celebrazioni commemorative che si stanno tenendo a Brugherio, è stata una felice casualità.

Come si è svolto il lavoro di ricerca?
È durato tre anni, una volta conclusi gli esami universitari. Da quasi dieci anni lavoro in un Centro socio educativo con persone diversamente abili, quindi ho condotto queste esperienze di studio e di ricerca nel tempo libero, dedicando le serate (o meglio dire le nottate), i sabati e spesso la domenica. Per queste ragioni ringrazio la mia famiglia, che ha accettato i miei “ritmi” impossibili.

Dove l’ha portata, l’inseguimento ad Andreani?
All’estero sono stato, tra l’altro, a Malta, a Londra, a Dublino, a Washington e a Filadelfia, tutti paesi o città visitate e descritte da Paolo Andreani. In alcuni casi la ricerca non ha portato alla luce nessuna documentazione, in altri invece sì. Naturalmente ho condotto la ricerca anche in alcuni archivi in Italia: a Milano così come sull’alto Lago di Como, sulla sponda orientale presso Dervio e la sua frazione Corenno Plinio in cui vi sono le radici remote della famiglia del nobile Andreani e vi è ancora un castello (in realtà è una recinzione fortificata) che lo testimonia.

Come ha seguito le tracce del conte?
La ricerca è stata fatta per gran parte su documenti originali, del 700 che sono appunto scritti, diari, lettere, osservazioni di Andreani. Scrisse ad esempio il diario di viaggio Parigi-Londra (1784); compì uno studio mineralogico in Scozia nello stesso anno, si recò nel Brabante austriaco, scrisse il giornale di viaggio del 1788 che sono osservazioni sulle Alpi, si recò in Sicilia, descrisse Malta. Poi ho fatto riferimento alle sua esperienza americane, alla circunavigazione dei Grandi Laghi in canoa, alla visita delle comunità selvagge. Tornò una seconda volta in America fra 1806 e 1812 (Washington, Cuba, Giamaica, la Florida).

Sardi, insieme alla famiglia, nel giorno della laurea

Come le è venuta l’idea di una tesi su Andreani?
Quando ero bambino vidi per la prima volta una mongolfiera volare. Era il 1984, in occasione delle celebrazioni del bicentenario del volo di Andreani, a Brugherio. Mi chiesi: “che fine ha fatto quella mongolfiera?”. Oggi ho dato una risposta alla domanda di quel bambino, in senso metaforico: “che fine fece Paolo Andreani, dopo quell’esperienza del volo tanto celebrata, essendo all’epoca solo ventenne?” Ho scoperto allora che il volo compiuto da Andreani fu solamente la “punta dell’iceberg” della sua avventurosa vita.

Lei abita non lontano da villa Sormani: è partito dalla casa del conte…
Il titolo della tesi è “Scritti di viaggio di Paolo Andreani”. Infatti Andreani nel resto della sua vita viaggiò. Viaggiò e scrisse. Lo fece nella penisola italiana e all’estero. Realizzò, per la seconda volta un suo sogno, così come noi vorremmo realizzare i nostri. Anche io, grazie a Paolo Andreani, ho realizzato lo stesso sogno: ho viaggiato e ho scritto. Inoltre egli ha compiuto l’impresa del volo a Moncucco, nella mia città. Non mi è difficile ipotizzare che il giardino della sua villa si estendesse fino ad arrivare all’attuale via Nazario Sauro. Il pensare che la mia casa fosse compresa nel giardino in cui ascese Andreani con la sua mongolfiera mi ha entusiasmato. Dovevo scavare, dovevo approfondire. Così mi sono recato presso la biblioteca civica Sormani di Milano, dove tutto è iniziato. Lì per tanti anni avevo studiato e guarda caso lì Paolo Andreani visse da giovane… Insomma, Paolo Andreani fu uno di noi, con le proprie aspirazioni, con le proprie emozioni.

Quali difficoltà ha incontrato nella ricerca?
Cercare notizie di Paolo Andreani, fra gli archivi, soprattutto all’estero, non è stato semplice. Qualche volta il conte sembrava eclissarsi fra i carteggi. Poi, improvvisamente, riappariva più vispo che mai, anche sotto false sembianze. Il cognome veniva alle volte storpiato ed Andreani diveniva Andrian o Landreani. Solo alla fine ho capito il motivo: veniva confuso con il contemporaneo milanese Marsilio Landriani; poi è stata determinante la mediazione del mio amico Stefano Sardi dal Kazakistan, che ringrazio pubblicamente, per entrare nella più antica istituzione americana, l’American Philosophical Society di Filadelfia. Un’avventura nell’avventura. La più grande soddisfazione è stata quella di portare all’estero il nome di Brugherio. In America mi chiedevano: “perché ti occupi di Paolo Andreani?” Io rispondevo: “perché Brugherio è la mia città”.

Continue Reading

More in Cronaca

To Top