di Irene De Ruvo
Sabato 11 aprile 2015, alle 21, consueto appuntamento con il suono dell’organo Tornaghi 1859 presso la chiesa di San Bartolomeo.
Questa volta sarà il giovane concertista Luca Lavuri ad allietare la serata.
Diplomatosi a pieni voti due anni fa presso il Conservatorio di Milano, attualmente si sta perfezionando presso la Hochschule di Vienna, e intorno alla città che lo ospita ha incentrato il suo programma nel quale non poteva mancare il nome di W. A. Mozart.
“L’Andate in fa maggiore” è uno dei pochi e più celebri brani per organo scritti dal compositore. Il pezzo è originale per organo meccanico, ovvero con un meccanismo automatico a rullo che riproduce le note.
I due papà del concerto…
Il programma si aprirà con i due “papà” del concerto. Il primo sarà Georg Muffat e la “Toccata settima”, un brano molto articolato e ricco di fantasia che rappresenta appieno il tempo e il luogo in cui è stato scritto.
Atmosfere barocche
Di Johann Sebastian Bach ascolteremo la trascrizione per tastiera di un concerto italiano di Benedetto Marcello. Il concerto italiano, diviso in tre tempi, ha carattere brillante nel primo e nel terzo movimento, mentre nel secondo lascia una maggiore cantabilità all’oboe, strumento solista per cui è stato scritto originariamente il concerto. Anche qui si respira un’incredibile atmosfera barocca.
… e i due “figli”
Nel programma seguono i due figli: Gottlieb Muffat, anch’egli organista di Vienna e Carl Philipp Emanuel Bach. Entrambi hanno raccolto una grossa eredità dai genitori, ma allo stesso tempo sono riusciti ad evolvere il loro linguaggio, verso un arricchimento emotivo tipico del primo romanticismo.
In conclusione due italiani
Il concerto si conclude con due autori italiani, con cui il Tornaghi si sente a proprio agio. La celebre “Toccata in LA maggiore” di Paradisi, clavicembalista italiano del 1700.
L’ultimo brano è invece dell’organista Vicenzo Petrali, ed è forse l’unico realmente pensato per l’organo italiano dell’800 di cui lo splendido Tornaghi fa parte.
Si apre il sipario, e entriamo nel mondo musicale di Petrali con strettissimi richiami all’opera italiana del suo tempo: “Allegretto per clarinetto”.