Comunità Pastorale
Don Giussani oggi come 10 anni fa
Era il 22 febbraio 2005 quando don Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione, si spegneva a Milano all’età di 83 anni. Dieci anni dopo, la sua eredità spirituale continua ad essere raccolta da migliaia di persone attraverso incontri e gruppi diffusi in tutto il mondo.
Esperienze condivise
Lo testimonia Antonio Mandelli, uno tra i primi a dare vita al movimento in città. «Dopo la morte di don Giussani» ci spiega «abbiamo continuato ad incontrarci come prima, con la Scuola di Comunità, un incontro settimanale in cui confrontarsi sui testi di don Giussani e su quelli del Magistero della Chiesa. Una volta al mese partecipiamo ad un incontro più allargato, insieme agli altri gruppi. Si tratta di riflettere insieme, ma soprattutto di condividere e portare la propria esperienza». L’insegnamento più grande? «Quello di imparare a stare di fronte a tutta la realtà che accade, partendo da un giudizio».
Scola: più fede nella vita
Anche il cardinale Scola, durante le celebrazioni per l’anniversario della morte lo scorso 23 febbraio, ha sottolineato come la vita di don Giussani provochi ad avere «più fede, più fede – parola drammatica – per vivere gli affetti, il lavoro, il riposo, il dolore nostro e dei nostri cari, la morte; per affrontare il male che compiamo e chiederne perdono».
La fede legata alla realtà
Commenta Mandelli: «Un’affermazione che mi ha colpito moltissimo. In questi tempi si tratta di un richiamo tutt’altro che scontato: di fronte a qualcosa di bello non siamo capaci di riconoscere che è Dio che ha fatto questo per noi. Spesso la fede viene vista come qualcosa di slegata dalla realtà».
Amando Gesù Cristo, non scompare nulla della vita
«Ad esempio – conclude, con un’efficace battuta – da giovane mi piacevano il basket e le ragazze. Quando ho incontrato il Movimento ho imparato ad amare il basket, le ragazze e Gesù Cristo. Quello che amavo prima non è scomparso, ma anzi, ho imparato ad amarlo di più. La fede valorizza tutti gli aspetti della vita.»