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«Parliamo di famiglia, non di omofobia»

Cronaca

«Parliamo di famiglia, non di omofobia»

foto dal Corriere della Sera

Mariele Benzi, consigliere nazionale del Nuovo Centrodestra e presidente della sezione brugherese del partito, si è trovata sulle home page dei principali mezzi d’informazione nazionali. Seduta in seconda fila, dietro a Maroni e Formigoni, al convegno sulla famiglia che ha suscitato diverse polemiche. Alcune associazioni hanno puntato il dito contro la presunta omofobia di alcuni degli organizzatori. Secondo la cronaca dell’Avvenire, il convegno si è tenuto “come promesso, senza mai nemmeno sfiorare il tema delle persone omosessuali, se non per ribadire, con il sociologo Massimo Introvigne, che quella dell’omosessualità come malattia è «una tesi ridicola» e la vera malattia è semmai «il pensiero unico»”.

«Bisogna testimoniare»
«Ho partecipato al convegno – spiega Benzi – perché ci sono momenti nei quali il pensiero non basta, bisogna esserci per testimoniare, per dare forza alle idee. Parlare di famiglia naturale può sembrare scontato, magari banale, ma non lo è. Prova ne sia che per poter ascoltare concetti semplici, come il fatto che i bambini nascono solo da un uomo e da una donna, buona parte di Milano sia stata blindata da centinaia di agenti in tenuta antisommossa». Una presenza non solo personale ma anche istituzionale: «Quando mi hanno detto che le misure di sicurezza sarebbero triplicate, qualcuno mi ha suggerito di restare a casa per non rischiare la mia incolumità. È stato il momento nel quale ho deciso di andare. A chi ricopre dei ruoli di responsabilità è vietato tirarsi indietro per paura». Diversi gli interventi: i contenuti principali, spiega la rappresentante di Ncd, «la differenza tra maschio e femmina sotto il profilo scientifico e clinico; il ruolo della donna, della maternità da tutelare, il concetto di famiglia anche secondo le parole di Papa Francesco; e ancora la famiglia da un punto di vista naturale, sociale ed economico. Il diritto del soggetto più debole, in questo caso i figli, di avere una mamma e un papà». La famiglia per guardare al futuro, inoltre: «Se vogliamo uscire da questa crisi strutturale – riassume Benzi – dobbiamo avere il coraggio di scommettere e investire sulla famiglia con politiche adeguate. Interessante a questo proposito la battuta di Introvigne: “Il peggior nemico della famiglia non sono i gay, è il fisco”».

Tutele e incentivi di legge
Riprendendo i contenuti di un recente incontro organizzato a Brugherio sulla Lettera del Cardinale Scola, la famiglia è il luogo prioritario dove ci si educa alle relazioni. Ma è anche il luogo dove più di tutto si concretizza il dono totale di sé “aperto alla vita”. Queste caratteristiche devono essere tutelate e incentivate dalla Legge, sotto ogni punto di vista: sociale, fiscale, economico, culturale, sanitario, ecc». Benzi era seduta a tre posti da don Inzoli. La presenza del sacerdote ha sollevato polemiche in quanto la Chiesa lo aveva invitato a una vita di riservatezza “in considerazione della gravità dei comportamenti e del conseguente scandalo provocato da abusi su minori”. «Non lo conoscevo – assicura la politica brugherese -, quindi non l’ho riconosciuto. Certo, se fosse lui, mi chiedo come mai anche quel giorno non abbia seguito l’invito di Papa Francesco “a condurre (altrove) una vita di preghiera e umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza”».

Nessuna omofobia
Si è trattato di un convegno omofobo? O irrispettoso di alcune tematiche? «Assolutamente no. È stato un convegno a favore della famiglia, non contro qualcuno. A parte Avvenire, e questa è la mia amarezza, nessun giornale ha riportato fedelmente il contenuto del convegno e i fatti come si sono svolti. Si sono solo esaltate alcune vicende, mistificando e strumentalizzando. Ci saremmo aspettati maggiore attenzione alle importanti tematiche e, da parte di chi manifestava contro il convegno, maggiore coerenza circa la libertà di parola, di pensiero, di stampa e anche di critica, che solo una settimana prima sembravano essere principi inviolabili, alla luce dei fatti sanguinosi di Parigi».

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