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Niente carcere ai rapinatori, il titolare della gioielleria: «Vergogna»

Cronaca

Niente carcere ai rapinatori, il titolare della gioielleria: «Vergogna»

Lo scorso 24 settembre lo colpivano alla testa procurandogli sette punti di sutura in un tentativo di rapina. Oggi, individuati e fermati dalle Forze dell’ordine, i due sono “liberi con obbligo di residenza”. Ce n’è abbastanza per definirla «una sentenza assurda», sostiene Giovanni Distasio, titolare del “Formula Oro” di via Tre Re dove si è consumato il tentativo di rapina. Fallito grazie alla prontezza di Distasio: un passato da pugile dilettante, il settantenne ha sferrato un paio di colpi ai malintenzionati mettendoli in fuga.

Obbligo di residenza
Ma forse la recente sentenza ha fatto più male di quel calcio di pistola, usato come una mazza, che gli ha quasi spaccato la testa: «Sono arrabbiatissimo – conferma – e urlo cinque volte vergogna perché non sono in carcere né agli arresti domiciliari, ma liberi con obbligo di residenza». Vergogna perché lasciare a piede libero i due «è una mancanza di rispetto verso i cittadini che operano in modo leale e onesto, in uno Stato che basa la propria Costituzione sul primo articolo: “Repubblica fondata sul lavoro”. Lavoro che è impegno, investimento, rischio e tanto sacrificio affinché ciò in cui credi possa realizzare in toto la convinzione di essere nel giusto e ottenerne benefici sia morali che, giustamente, materiali». Ed è una «vergogna» che chi gode criminosamente «dei benefici prodotti con fatica dagli altri» abbia «la possibilità di lievi pene».

«Una tolleranza che alimenta il crimine»
Così come, prosegue il gioielliere, «grido vergogna per una procedura da parte della Magistratura assai tollerante e limitativa in tema di condanne dato l’attuale riconoscimento di colpevolezza e l’applicazione di pena assai limitata». Secondo Distasio, questo tipo di tolleranza non porta «al fine del recupero dell’individuo per il suo reinserimento nella società, ma a un ulteriore inserimento di elementi nelle già copiose esistenti organizzazioni delinquenziali».

«Non si riconosce il merito delle Forze dell’ordine»
Ed è una «vergogna» che una sentenza di questo tipo «non riconosca, come dovrebbe, il merito delle Forze dell’ordine, sempre presenti e ben organizzate, che rischiano in ogni tipo di intervento». In particolare Carabinieri e Vigili, racconta, «si sono comportati in modo ammirevole nei miei confronti sia in occasione della tentata rapina che nei giorni successivi». Prima con il negozio al centro Kennedy e ora in via Tre Re, Distasio da decenni osserva la città con l’occhio del commerciante: «La vigilanza è aumentata negli ultimi mesi: attraverso le vetrine vedo più spesso passare le pattuglie, si fermano anche a chiedere se è tutto a posto».

L’attenzione dei clienti e dei Carabinieri
La brutta avventura dello scorso settembre ha lasciato, nota positiva, una coda di solidarietà. «Nei giorni seguenti – ricorda il gioielliere -, oltre al sindaco e all’assessore che si sono dimostrati molto attenti, ho avuto alla porta una fila di clienti che sono passati a portarmi la loro solidarietà. È stato un bel gesto, di quelli che rendono valore ai sacrifici di chi cerca di mantenere un’attività». Ma per evitare episodi del genere, conclude, «tutti noi cittadini dovremmo tenere occhi e orecchie aperte. Segnalando ogni sospetto alle Forze dell’ordine, per agevolare il loro compito».

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