Comunità Pastorale
Card. Dionigi Tettamanzi: “Brugherio, conserva la fede dei Magi”
E’stata come una consegna. Il passato e il presente che si intrecciano in una fedeltà a una tradizione “la cui verità riposa nella pagina evangelica in cui Gesù è presentato come luce per tutti gli uomini”. Anche con queste parole il parroco della comunità pastorale Epifania del Signore don Vittorino Zoia ha accolto ancora una volta a Brugherio il cardinale Dionigi Tettamanzi il pomeriggio del 5 gennaio per la celebrazione vigiliare nell’Epifania del Signore.
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Un ritorno quello di Tettamanzi, dopo l’ultima visita nel 2010. La prima volta da arcivescovo emerito di Milano. Ad aspettarlo in piazza Roma in un pomeriggio piovoso anche il sindaco Marco Troiano, i componenti della Giunta e le massime autorità civili della città.
La consegna, rinnovata da Tettamanzi, sta nelle parole che l’arcivescovo Schuster pronunciò la prima volta nel 1939, quando consacrò la seconda parte della chiesa parrocchiale di San Bartolomeo: “Brugherio, conserva la fede dei Magi”.
Amava ripeterla questa frase – monito di Schuster don Amilcare Tentori che a Brugherio, da vicario parrocchiale, visse per una vita, ben cinquant’anni. E Tettamanzi la ricorda citando proprio lui durante l’omelia pronunciata davanti alle tremila persone che affollano San Bartolomeo. Ed a loro, appunto, la riconsegna, come una simbolica conclusione delle celebrazioni per il 400ntesimo anniversario dalla traslazione delle reliquie dei Magi.
Parte dalla stretta attualità l’omelia dell’arcivescovo emerito: “due nuovi spunti – dice – ci offre oggi la festa dell’Epifania. Da una parte, certo, il nome che porta la comunità pastorale (così come aveva ricordato in apertura della celebrazione lo stesso parroco don Vittorino, ndr). Ma oggi a cinquant’anni esatti Papa Francesco ha annunciato di voler tornare in Terrasanta dal 24 al 26 maggio e di voler tenere in quella occasione una serie di incontri ecumenici che culmineranno con quello che il patriarca Bartolomeo I”.
La notizia è per il cardinale Tettamanzi l’occasione per ricordare a tutti come sia necessario oggi far nascere l’approccio ecumenico prima di tutto in casa nostra: “Occorre aprirsi – spiega – alle forme religiose che sono presenti nella nostra storia. E’ presente qui nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità il pluralismo religioso”.
Dall’attualità Tettamanzi passa poi a spiegare il senso dell’Epifania: “San Leone Magno lo chiama mistero di misericordia. E’ qualche cosa di concreto da trasformare nel nostro cuore, nella nostra vita. Ed è l’incontro tra Dio e l’uomo nel suo duplice senso”.
In questo modo per Tettamanzi l’itinerario dei Magi “deve diventare l’itinerario di ciascuno di noi. Nell’affrontare i problemi della vita non siamo nel buio, ma nella luce. Per questo siamo chiamati a sciogliere i problemi in modo umano e umanizzante. E’ la luce, questa luce, la strada da percorrere per affrontare i problemi della vita sociale e comunitaria”.
In un itinerario che è dei Magi e nostro: “Guidati da una Stella, incontrano il bambino e sua Madre, incontro sì fisico, ma che è anche il riconoscimento del Dio fatto uomo. Lo adorano con l’offerta di doni che sono il simbolo di qualcosa di più prezioso e splendido: l’offerta della propria vita. E fanno ritorno al proprio Paese, ma per un’altra via”. Non sono più gli stessi: “Ora sono testimoni e missionari”.
Quello che chiedeva con quella frase il cardinale Schuster, anche ai fedeli di Brugherio che ogni anno venerano gli “umitt”. E ogni giorno vivono in una delle città che custodisce le reliquie dei Magi. E con essi una storia che trova la sua radice nella Parola di Dio.