Cultura
Storie di ordinaria legalità. Musica, parole e video sulla mafia. Gratis al teatro San Giuseppe per i 10 anni di NoiBrugherio
Uno spettacolo ibrido, che unisce in sé generi artistici diversi, dedicato a chi ha deciso di non voltarsi dall’altra parte e ha affrontato a viso aperto la mafia, vivendo con le conseguenze della propria scelta.
Martedì 26 novembre il teatro San Giuseppe ospita “Musicantimafia”, spettacolo promosso dall’associazione Kairós con il patrocinio del Comune di Brugherio e che Noi Brugherio offre, a ingresso gratuito, a tutti i suoi lettori.
Un tema difficile, certo, ma presentato in una forma accattivante che unisce parole, musica e immagini. Ne abbiamo discusso con Andrea Zaniboni, che ha curato la drammaturgia e la regia del testo.
Come nasce questo spettacolo?
L’idea è nata da una commissione per celebrare il ventennale della morte di Falcone e Borsellino. Lo spettacolo si ispira al libro “La giusta parte”, edito da Caracò, che raccoglie storie non solo di grandi nomi, ma anche di persone normali che, incrociando la mafia nella vita di tutti i giorni, fanno delle scelte. Sono storie di ordinaria legalità: c’è il conducente di camion che vede un inseguimento mafioso e va a denunciarlo, il barista che rifiuta di vendere il caffè della camorra e poi deve organizzare una ronda giorno e notte per proteggere il proprio bar dalle ritorsioni. Ci sono poi nomi noti, come Fava e Impastato. Abbiamo contattato l’autore e abbiamo scelto alcune storie per lo spettacolo. Come quella della moglie di un pentito, trasferita al nord e rimasta sola: per la gente del nord è solo un’altra immigrata meridionale, per la gente del sud è una traditrice, per lo Stato è una persona da proteggere.
Come sono state scelte le storie?
Abbiamo voluto raccontare storie di persone normali, persone che hanno compiuto gesti semplici ma che, proprio a causa delle loro scelte, hanno cambiato la propria vita. Ovviamente citiamo anche Falcone e Borsellino, che sono indubbiamente degli eroi nazionali, ma forse proprio per questo motivo vengono visti come lontani, la gente pensa di non poter seguire il loro esempio. Invece la mafia è molto vicina, anche al nord, e fare qualcosa è possibile.
Si parla anche della Lombardia?
Sì, facciamo un excursus sulla mafia locale, raccontiamo i successi delle forze dell’ordine per dare una speranza e dimostrare che è possibile tirare una riga e decidere da che parte stare. Parliamo dei beni sequestrati a Senago, Vigevano, Costa Masnaga e in altri comuni, che sono poi diventati un micronido, un centro di accoglienza, un’area giochi e sono stati riconsegnati alla comunità. L’attore presenta i clan del nord, chi controlla Lecco, chi Monza, ridicolizzandoli ma al tempo stesso informando gli spettatori su una realtà che è vicina a noi: la mafia bianca, il controllo degli appalti.
Com’è strutturato lo spettacolo?
Sul palco c’è una formazione ibrida: un attore, un mezzosoprano, una chitarra elettrica, una fisarmonica e un violino. Una formazione agile, dove la musica è in grado di essere da accompagnamento con brani classici di Bellini e offrire suggestioni sonore per un reading, dove l’attore alterna la prosa a momenti cantati. È uno spettacolo globale, ci sono momenti di grande pathos in cui la musica dipinge delle emozioni e passa dall’essere semplice sottofondo sonoro a vera protagonista come in un concerto, ad esempio con le esecuzioni del tema de “Il padrino” e “O sole mio”. Ci sono poi delle videoproiezioni, suggestioni visive. Per una delle testimonianze l’attore lascia il posto a un video in cui il protagonista della vicenda racconta la propria storia in prima persona.
In conclusione, cosa volete trasmettere?
Vogliamo creare empatia, non semplicemente trasmettere conoscenza. Vogliamo che il pubblico sia coinvolto non solo a livello razionale, ma anche con la pancia. Anche gli artisti che collaborano con noi riconoscono l’importanza di questo progetto: si tratta di persone impegnate, che di solito hanno cachet ben più alti, ma che ne hanno riconosciuto il valore artistico e civile e sono stati entusiasti di farne parte. Alberto Turra, il chitarrista, ha appena terminato un tour con Roy Paci; Marco Massari, l’attore, è stato impegnato con “Titanic” agli Arcimboldi. Lo spettacolo invita tutti a stare dalla “giusta parte”, a mettersi in gioco. La conclusione è una preghiera, una litania che ricorda i morti per mafia e li paragona alle vittime della Shoah, senza però la velleità di fare un monumento agli eroi nazionali. Non deve esserci solo cordoglio, il pubblico è chiamato ad avere la schiena dritta e seguire il loro esempio. L’appello finale è “Ricordati di ricordare”.
“Musicantimafia”, teatro san Giuseppe, martedì 26 novembre, inizio ore 21. Ingresso gratuito.