Comune
Quante emozioni per i nonni, ricordando la moda del Novecento
I “nonni brugheresi” hanno detto sì all’invito a partecipare alla Festa, a loro dedicata, che si è svolta la scorsa settimana in Biblioteca civica. La manifestazione dal titolo “Passeggiata nella moda del Novecento tra immagini, racconti e canzoni” è stata organizzata dall’assessorato Politiche sociali del Comune di Brugherio in collaborazione con ArtEventualeTeatro. Cristina Calì si è occupata del progetto e racconti mentre a Marco Morimanda è stata affidata la parte musicale.
«L’evento in Biblioteca è andato davvero bene – spiega Mario Bertasa di ArtEventualeTeatro -; hanno partecipato molti nonni (qualcuno anche con nipoti), in prevalenza quelli che già frequentano Serra De Pisis, ma anche diversi altri. Tanta emozione, divertimento, alcuni anziani si sono fatti coinvolgere in alcuni passi di danza durante lo spettacolo. Anche nelle due residenze socio-assistenziali, Bosco in Città e Villa Paradiso, la risposta è stata ottima. Lì ovviamente prevaleva un’utenza molto anziana, parecchi ospiti delle due strutture ormai deambulano in carrozzina, per cui la platea è stata sicuramente singolare. Molta commozione e molte emozioni, anche se il taglio dello spettacolo era leggero, divertente. Sono state inserite diverse canzoni della tradizione popolare, che si contrappuntavano al percorso di immagini storiche e racconto di aneddoti, vicende legate alla storia della moda ecc. curato da Cristina Calì; momenti più intensi sono stati quelli in cui ovviamente il pubblico cantava insieme a Marco Morimanda (chitarra e organetto)».
Una nota interessante da segnalare che è stata raccolta dagli organizzatori della manifestazione è che «al Bosco in Città sono ospiti alcune signore dal glorioso passato nel campo della moda, una che vinse un primo premio a Parigi, a 25 anni, come realizzatrice di un cappello per signora, un’altra, centenaria, che confezionava lussuosi abiti da sposa (uno è stato esibito nell’occasione), un’altra che fu la prima brugherese ad avere l’ardire di indossare un paio di pantaloni (ma non per le vie del centro, o la domenica in piazza, sennò don Camagni l’avrebbe scomunicata)».