Comunità Pastorale
L’Africa di Don Maurizio e la visita di Monsignor Marinoni
Mons. Bruno Marinoni, moderator curiae della diocesi di Milano, ha incontrato don Maurizio Oriani, missionario fidei donum in Zambia. Don Bruno e don Maurizio sono entrambi brugheresi e sono diventati sacerdoti nello stesso anno: tutte e due, infatti, hanno ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel 1992, dall’allora arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini.
L’incontro è avvenuto a Lusito, nel sud del paese, dove don Maurizio è parroco e vive con altri sette fidei donum della Diocesi di Milano. La regione, al confine con lo Zimbabwe è in veloce evoluzione. Sia il governo dello Zambia che dello Zimbabwe vogliono trasformarla in un’area turistica, sfruttandone le grandi bellezze naturali. Diversi investimenti stanno arrivando anche dall’estero, in particolare dalla Cina, che ha finanziato la realizzazione della rete stradale.
Lusito resta, però, ancora un villaggio. La gente parla il dialetto locale. L’inglese è poco diffuso ed è ancora solo la lingua delle comunicazioni ufficiali. Punto di riferimento sono la chiesa, la casa del parroco e la scuola. I missionari vanno poi nei villaggi interni, dove c’è un maestro e delle chiese molto semplici.
«I fidei donum cercano di aiutare la vita ordinaria della chiesa locale, dandogli continuità e aiutandoli a prendere responsabilità – spiega mons. Bruno Marinoni -. Certo le differenze sono ancora molto forti, solo vivendo insieme a loro riesci a trasmettere il messaggio del Vangelo. Il concetto delle chiese sorelle è ancora difficile da presentare: a volte per colpa nostra, perché noi abbiamo il desiderio di fare, mentre nella loro cultura i tempi sono differenti. Non bisogna quindi forzare troppo, ma nemmeno lasciare le cose statiche. I fidei donum sono quindi un dono fatto alla chiesa sorella, ma sono un dono anche per la nostra diocesi che viene arricchita dalla ricchezza della loro sensibilità».
Oltre ad incontrare i missionari fidei donum, mons. Bruno Marinoni – che è stato accompagnato nel suo viaggio in Zambia anche da don Antonio Novazzi, responsabile della Pastorale missionaria della diocesi – ha vistato l’ospedale missionario di Chirundu che si trova sulla strada per la capitale Lusaka. Nato da un piccolo ambulatorio aperto nel 1961 da primi missionari della diocesi ambrosiana che si stabilirono nella regione, l’ospedale di Chirundu è oggi una struttura moderna punto di riferimento per oltre 60mila persone della zona, grazie alle suore di Maria Bambina.
“L’ospedale è sicuramente tra i più qualificati del paese ed il nostro viaggio aveva anche come obiettivo di vedere come è possibile dargli stabilità, integrandolo nella realtà sanitaria dello Zambia ed in servizio ai poveri – ricorda don Bruno -. Abbiamo incontrato i responsabili, le suore, in particolare suor Erminia Ferrario ed il vescovo della diocesi di Monze, mons. Emilio Patriarca che proviene dalla nostra diocesi, per capire come sia possibile creare una partnership con ospedali italiani, magari con un gemellaggio e lo scambio di volontari o di aiuti organizzativi per una migliore gestione”.
Da più di mezzo secolo continua, attraverso l’ospedale e i missionari fidei donum, il legame particolare tra la Chiesa di Milano e questa Chiesa africana.
«La Chiesa africana – osserva mons. Marinoni – è molto viva, ma è anche molto giovane. A noi sono stati necessari duemila anni per arrivare dove siamo oggi, per la chiesa africana invece è ancora difficile confrontarsi ad esempio con le altre religioni: richiede ancora del tempo, come è stato per noi. Ma mentre da noi c’è un’immagine di chiesa più stanca e secolarizzata, da loro c’è più freschezza. Per questo papa Francesco si pone in un modo diverso, per vivere in un modo più semplice la vita cristiana. Questo deve essere di stimolo per rivisitare la nostra fede, per far si che sia più missionaria e possa incontrare l’umano dove “il campo è il mondo”, come dice il piano pastorale della diocesi per il nuovo anno. I missionari ci invitano ad andare incontro all’uomo, ad uscire dai bastioni, per vivere in un modo diverso la chiesa e trovare i modi per tradurla nella nostra realtà».
Roberto Gallon