Cronaca
Pioggia di premi per il “Birrino”. La birra brugherese senza glutine
Conosciuto nel suo ambito, sconosciuto dalla maggior parte dei brugheresi. Il birrificio artigianale “Il Birrino”, situato in via Doria 14, sta ottenendo riconoscimenti importanti nel campo della produzione della birra. Nella Fiera delle Startup del 17 giugno è stato nominato tra le prime dieci migliori start up (vale a dire le nuove aziende) italiane.«È senza dubbio un riconoscimento importante, che ci ha permesso di farci conoscere e di trovare contatti per ulteriori finanziamenti» racconta il titolare della piccola impresa, Tony Apollaro.
Di professione dentista, Apollaro si è tuffato in quest’avventura sette anni fa, quando insieme ad un gruppo di amici ha creato dal nulla questo laboratorio. «Ho girato per un paio d’anni l’Europa, per vedere se quello che avevo in mente era fattibile e tutti mi rispondevano di no – spiega Apollaro –. Ma sapevo che non era così, la sfida era quella di vedere se ero in grado di realizzare una cosa che al tempo non esisteva. E infatti sono riuscito a mettere a punto un sistema per ottenere un prodotto finito in cui il glutine è pari a zero, partendo dal malto che in origine è ricco di glutine».
È proprio questa la particolarità delle birre del Birrino. Il processo produttivo, messo a punto dallo stesso Apollaro, consente di produrre birre biologiche e senza glutine. Apollaro si tiene stretto il segreto di questo processo e rivela: «Importanti multinazionali produttrici di birra mi hanno offerto di rivelare il segreto ma ho rifiutato (si parla di un’offerta intorno ai 4 milioni di euro per il brevetto ndr). I prodotti senza glutine fanno bene a tutte le persone, non solo ai celiaci. Il mercato “salutistico”, che richiede prodotti freschi, senza glutine e biologici come quelli offerti dal Birrino, comprende circa il 10% dei consumatori e di sicuro questo modo di fare la birra diventerà un successo». La necessità infatti, è ora diventata quella di trovare investimenti per poter ampliare l’attività e sviluppare una parte commerciale per potere vendere il prodotto su larga scala, e non solo su internet come avviene attualmente.
«Sono alla ricerca di un manager e di capitali da investire, e finché non si trovano resteremo solo un laboratorio di ricerca. Con un investimento di circa 500mila euro si può sviluppare un’attività in grado di dare lavoro a 400 persone – continua Apollaro – Purtroppo in Italia c’è poco interesse, ho ricevuto offerte perlopiù dall’estero, ma a me piacerebbe sviluppare il tutto in questo territorio».
Apollaro crede molto nelle sue birre ed è davvero convinto del successo che potranno ottenere con un adeguato giro commerciale.
Il Birrino produce cinque tipi di birre: la Briantea Pilsner, la Brughé 1867 e le gluten-free Grano Saraceno, Briantea Wiener e Zero Virgola (analcolica).
Al recente Spring Beer Festival di Roma, proprio una di queste, la Briantea Wiener, è stata premiata dall’Associazione italiana celiachia del Lazio come migliore birra senza glutine, battendo addirittura la birra vincitrice della World Beer Cup nel 2012.
L’attuale situazione non permette al Birrino di sfruttare l’intera capacità produttiva del laboratorio: «Produciamo il minimo per continuare a mantenere le certificazioni, ma abbiamo una capacità produttiva di 1 milione di litri annui. Purtroppo, essendo solo non posso permettermi una produzione così elevata, e ho anche dovuto rinunciare a un ingente ordine dalla Cina» dice con rammarico Apollaro.
Per info: www.birrino.biz