Cultura
Villaggio Falck, isola rossa nella Brugherio bianca
Una piccola “isola rossa nella Brugherio bianca”. Così appariva negli anni ‘60 il Villaggio Falck, fatto costruire dall’acciaieria di Sesto San Giovanni per ospitare i propri dipendenti, dopo avere costruito due analoghi complessi a Sesto e Cinisello Balsamo.
Il villaggio, che si estende su un’area di circa 16mila metri quadrati delimitata da via Quarto e via Dorderio, fu realizzato dall’azienda insieme con Ina-Casa.
Oggi sembra uno dei tanti complessi edilizi formato da condomini ormai diffusi in tutto il territorio, ma quando fu inaugurato, nel luglio del 1960, fu una novità per Brugherio.
Non solo per la tipologia abitativa, un complesso di condomini con grandi spazi verdi in comune, ma soprattutto per le persone che vi abitavano: 162 famiglie, in maggior parte operai e qualche impiegato, e quasi tutte provenienti da fuori città.
Abbiamo parlato di questa piccola “città nella città” con due persone che ci abitano fin dall’inaugurazione: la signora Luigia, che qui ha cresciuto 4 figli, e Silvia Bolgia, nome noto della politica locale ed ex-assessore delle amministrazioni di centro-sinistra.
Le origini
La Falck era in forte espansione e aveva bisogno di manodopera. Molti degli operai venivano da lontano e pernottavano in un grande albergo aziendale a Sesto.
«Lo chiamavamo “Il palazzone”» ricorda la signora Luigia.
«Il villaggio – prosegue Silvia Bolgia – ha avuto una funzione fondamentale: quella del ricongiungimento familiare. Quasi tutti venivano dalla bergamasca, dalla zona di Como, di Brescia, della Brianza. Nessuno aveva l’auto e durante la settimana era impossibile tornare nelle valli».
La prima novità era costituita proprio da questa varietà di origini, in un momento storico in cui la mobilità era ancora molto limitata e molto spesso si viveva per tutta la vita nel paese in cui si era nati. La seconda era costituita dalla tipologia abitativa: 21 palazzi con appartamenti di 2, 3 e 4 locali, con grandi spazi in comune e, nonostante si trattasse di case popolari, con molte comodità rispetto agli standard dell’epoca. Una su tutte: il bagno in casa.
«La gente era abituata a vivere nei cortili – continua Bolgia – e all’inizio non fu facile adattarsi al nuovo stile di vita e rispettare tutta una serie di regole. Ad esempio quella relativa agli orari dei giochi dei bambini in cortile: gli operai lavoravano su tre turni e dovevano poter riposare».
«Il primo portinaio ha avuto un bel da fare con i bambini – conferma la signora Luigia – è stato molto bravo».
I bambini erano molti, circa 500, e inizialmente frequentavano tutti la scuola Parini. La vicinanza e il tanto tempo passato insieme hanno fatto sì che si sviluppasse un senso di comunità e di appartenenza che è rimasto nel tempo, come testimonia il grande successo della festa organizzata per il 40esimo anniversario del villaggio nel 2000.
Il Quarantesimo
Nata come una sorta di “festa di famiglia”, la festa per i 40 anni del villaggio ha visto una partecipazione massiccia non solo di chi ancora vi risiedeva, ma anche di chi nel frattempo si era trasferito altrove. Un pomeriggio a base di torte fatte in casa e balli nel quale si sono ritrovate persone che non si vedevano da anni. Fra gli ospiti d’onore anche il primo portinaio, che aveva avuto l’ingrato compito di far rispettare le regole ai bambini.
I festeggiamenti, che avrebbero dovuto iniziare in serata e durare solo qualche ora, sono invece cominciati nel primo pomeriggio e, sull’onda dell’entusiasmo dei partecipanti, sono proseguiti fino a notte fonda.
Con la cessione del villaggio da parte dell’istituto case popolari e il ricambio generazionale e familiare il Villaggio Falck ha perso alcune delle caratteristiche che lo rendevano così unico all’interno di Brugherio, ma resta tuttora una testimonianza storica di come politiche della casa oculate abbiano fatto sì che quello che avrebbe potuto essere un semplice quartiere dormitorio sia invece diventato una piccola comunità, un vero e proprio “villaggio”.