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Don Zoia: Papa Francesco, una ventata di freschezza, entusiasmante sorpresa dello Spirito
«Che entusiasmante sorpresa dello Spirito Santo». Il commento del parroco don Vittorino Zoia all’elezione del Papa (clicca qui per l’articolo sull’elezione) non lascia spazio a dubbi sul suo stato d’animo.
«Ho seguito l’annuncio in tv e ho gioito al nome del Pontefice. Sono convinto che porterà una ventata d’aria fresca, quest’elezione è così spiazzante nella sua imprevedibilità che dà un senso di rinascita».
Il parroco raccomanda innanzitutto di evitare confronti «sia con i predecessori che con chi avrebbe potuto essere al posto di Papa Francesco. Sarebbero chiacchiere senza senso».
Il vero senso, invece, «è la lezione dello Spirito Santo, Colui che non si può contenere, come un vento che scompagina anche questa volta le nostre ipotesi e i nostri progetti, più o meno positivi».
Il nuovo pontefice è un gesuita, «generalmente un ordine di frontiera – spiega don Zoia -. Frontiera dell’evangelizzazione, della testimonianza, è descritto come il vescovo dei poveri e al di là dell’aneddotica qualcosa di vero c’è».
Così come povero è il santo di cui ha preso il nome. «Francesco d’Assisi e forse anche Francesco Saverio, il gesuita evangelizzatore. Il Papa -continua il parroco. Ha scelto un nome che racconta una storia importante. A queste due parole, nome e storia, vorrei aggiungere “cammino”: quello che fin da subito ha chiesto ai fedeli, alla Chiesa intera, di percorrere con lui». Invitando tutto il mondo a pregare per il Papa, «che gesto incredibile…».
Guarda ai suoi parrocchiani, don Vittorino, quando dice che «dobbiamo accoglierlo come un dono dello Spirito Santo dentro e alla sua Chiesa». Fin da ora, aggiunge, «siamo chiamati a rimetterci in gioco nel Vangelo e per il Vangelo, con riferimento particolare alla figura di Francesco nella versione francescana e gesuita. Nell’incontro cioè con Cristo che non si può contenere, ma che va annunciato».
Come diceva il cardinal Martini, anch’egli gesuita, a cui il parroco è molto legato: «Dobbiamo essere una Chiesa plasmata dal Vangelo “sciolta e leggera” sulle vie dell’uomo».
Don Zoia ne è certo e lo sente già su di sé: l’elezione del Pontefice «è uno sguardo al futuro, una ventata di speranza».
In particolare nell’Anno della fede. «Non può essere un caso – conclude – che proprio quest’anno, dentro l’elezione di Papa Francesco, siamo tutti chiamati a quella conversione del cuore, della mente, della vita, che possa essere il luogo di un’esperienza rinnovata del Signore. Con un bruciante desiderio di dire/dare questa buona notizia a chi condivide il nostro cammino di uomini e di donne».