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In un libro l’Anpi racconta la storia della Resistenza brugherese
Un lavoro di ricerca e raccolta delle testimonianze durato più di un anno e mezzo; 40 pagine in più rispetto alla prima edizione uscita nel 2001; l’Anpi Brugherio, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, presenta la seconda edizione aggiornata di “Storia della Resistenza a Brugherio”, e il pubblico potrà visionare l’opera il 16 marzo alle ore 16 presso la sala Consiliare cittadina. «Abbiamo inserito 40 pagine in più rispetto all’edizione precedente – sottolinea il professor Carlo Cifronti che, insieme al presidente Anpi Brugherio Cesare Brambilla, ha curato l’aggiornamento della seconda parte del libro -».
«La seconda parte – continua Cifronti – è divisa in quattro aree: la resistenza partigiana: ai casi già trattati precedentemente se ne aggiungono altri, che confermano la consistenza della lotta partigiana nel nostro territorio, per la sua collocazione in stretto rapporto con il vimercatese, il sestese, l’area della Martesana; la resistenza nelle fabbriche: si parla dei lavoratori brugheresi che hanno partecipato agli scioperi del marzo 1944. Si tratta di uno degli episodi più importanti della Resistenza a livello europeo, una mobilitazione di massa in grado di mettere in difficoltà il regime nazifascista. Per molti scioperanti la conseguenza è stata l’arresto e la deportazione come prigionieri politici; la resistenza nei campi di sterminio nazisti: ha permesso di verificare che, nonostante le condizioni di abbrutimento e annientamento attraverso la fame, la sete, la paura, il freddo, le epidemie, le percosse, i lavori forzati, i massacri, le camere a gas e i forni crematori, l’aspirazione alla libertà non è mai venuta meno, e la Resistenza organizzata si è manifestata nei lager in tante situazioni ed episodi di solidarietà tra prigionieri provenienti da diversi paesi ed infine la resistenza dei militari: si tratta dei soldati che, dopo l’8 settembre 1943, si sono rifiutati di aderire alla Repubblica Sociale Italiana, e di entrare nelle file nazifasciste.
Più di 600mila italiani sono stati arrestati, deportati in Germania e sottoposti al lavoro coatto. Tra questi, numerosi brugheresi, che hanno passato venti mesi nei campi di concentramento come prigionieri di guerra. L’aggiunta di una nuova integrazione, decisamente di rilievo, – conclude quindi Cifronti – arricchisce l’opera dal punto di vista storico, culturale ed umano, attraverso una vetrina di vicende diverse l’una dall’altra, ma unitariamente collegate nella lotta contro il nazifascismo, e nella aspirazione alla pace, alla libertà, alla democrazia. Le persone coinvolte hanno percorso esperienze tremende: alcune sono sopravvissute ai disastri della guerra, altre hanno affrontato con dignità l’estremo sacrificio». Un libro quindi da non perdere che racconta la nostra storia e la testimonianza di brugheresi che hanno saputo con coraggio resistere per difendere i propri ideali.