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Noi Brugherio

il 15 marzo a San Carlo una serata sul volontariato in carcere

Comunità Pastorale

il 15 marzo a San Carlo una serata sul volontariato in carcere

Una serata per raccontarsi e per raccontare il mondo del carcere, visto con gli occhi di chi ogni settimana incontra e intesse relazioni con le persone che vivono dentro questa realtà.
Da non abbandonare, da non considerare come “scarti inutili”, ma, anzi proprio per questo, perché persone che hanno sbagliato, da considerare come dei veri e propri fratelli.
È la proposta dei sei volontari brugheresi dell’associazione “Carcere Aperto” di Monza, che venerdì 15 marzo alle 21 nel salone della parrocchia san Carlo presenteranno la loro esperienza.
«In punta di piedi, con grande umiltà e semplicità» racconta il gruppo « vorremmo dire alle nostre comunità: “Venite e ascoltate le nostre testimonianze sull’umanità che abita il mondo del carcere”» si presentano così i volontari.
Da oltre cinque anni, infatti, queste persone, semplici parrocchiani che hanno deciso di fare qusta esperienza, prestano servizio all’interno della Casa Circondariale di Monza. Una realtà che può sembrare lontana, ma che invece interessa da vicino anche la nostra città, se solo si pensa che il carcere si trova a meno di due chilometri dal confine con Brugherio.
Le attività che l’associazione svolge sono tante e coinvolgono volontari provenienti da Monza e dai comuni limitrofi. I volontari di Brugherio sono per lo più impegnati come volontari di sezione, nella visita cella per cella. Un momento importante che per molti detenuti è una delle poche occasioni per avere un contatto con il mondo esterno, dialogare, confrontarsi ed essere ascoltati nelle proprie esigenze e i propri bisogni.
Oltre a questo, un’ora alla settimana viene dedicata alla catechesi rivolta ai moltissimi detenuti che ne fanno richiesta. «I partecipanti alla messa o alla catechesi sono circa il 50% del totale» racconta don Daniele Turconi, sacerdote della parrocchia S. Carlo e assistente del cappellano del carcere di Monza. Si tratta di momenti che coinvolgono non solo i cattolici, ma anche persone di altre religioni che tuttavia mostrano interesse verso il Vangelo.
Da queste esperienze nasce il desiderio dei volontari di raccontarsi :«Le nostre testimonianze sono il frutto di visite , di incontri, di relazioni settimanali con le persone detenute.» proseguono i volontari «Sono persone che spesso ci sorprendono, ci stupiscono, e con le quali può anche nascere un rapporto di amicizia e di affetto»
Durante la serata si renderà conto anche di quante persone sono state aiutate attraverso i fondi raccolti dalla Comunità Pastorale durante l’Avvento. Le associazioni caritative avevano infatti proposto di sostenere, attraverso la cooperativa Monza 2000, il finanziamen to di alcune borse-lavoro in favore dei detenuti che attraverso il lavoro intraprendono la strada del reinserimento sociale.
E ritornano alla vita dignitosa
Jessica Fossati

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