Salute
Pidocchi, cosa fare? Risponde la pediatra Aleandri
Parliamo di “pediculosi”, cioè la presenza tra i capelli di fastidiosi e minuscoli insetti conosciuti come pidocchi; un problema che riguarda in particolare i bambini che frequentano gli asili e le scuole e che può presentarsi non solo nelle stagioni con clima mite ma anche in inverno. Per capirne di più abbiamo interpellato la dottoressa Emilia Aleandri, dal febbraio ‘85 presente sul territorio brugherese come prima pediatra di base, che ci ha fornito una serie di consigli utili per risolvere il problema. «Innanzitutto bisogna sfatare il pregiudizio che la pediculosi sia sinonimo di scarsa igiene e che il pidocchio salti da una testa all’altra».
Che cosa sono i pidocchi e come sono fatti?
Si tratta di animaletti (parassiti) della lunghezza di 1-4 mm, di colore grigio-biancastro. I più comuni sono quelli che si annidano nei capelli. I pidocchi si cibano di sangue pungendo il cuoio capelluto, dove depositano un liquido che provoca prurito. Si riproducono attraverso le uova chiamate lendini.
Quanto vivono?
Lasciato a sé, cioè non curato, il pidocchio, in testa, vive circa 3-4 settimane. Ogni femmina depone circa 10 uova al giorno: queste sono più facilmente visibili all’altezza della nuca, sopra e dietro le orecchie, dove vanno ricercate.
Come ci si contagia?
Il contagio avviene per contatto diretto, raramente per scambio di indumenti e pettini.
Chi può essere colpito?
Tutte le età e condizioni socio-economiche possono essere colpite, anche se la maggior incidenza si ha nei bambini dai 3 ai 12 anni, più frequentemente nel sesso femminile. I bambini con i capelli ricci e la razza nera sono meno colpiti.
Che cosa occorre fare se ci si contagia?
Direi innanzitutto di mantenere la calma e seguire alcune procedure semplici ma efficaci. Applicare un prodotto farmacologico specifico contro i pidocchi. Subito dopo bisogna usare un pettine a denti fini e stretti, per rimuovere le lendini non più vitali. A fine trattamento usare uno shampoo specifico. Controllare accuratamente ogni 2-3 giorni i componenti del nucleo familiare. Nel caso che la pediculosi sia presente anche in un solo membro della famiglia è opportuno estendere il trattamento anche agli altri componenti. Lavare con acqua bollente (almeno 60°) i tessuti che il bambino infestato può aver toccato nei due giorni precedenti il trattamento; lavare pettini, spazzole e fermagli dopo averli immersi per 1 ora in acqua bollente con detersivo. Conservare in un sacchetto di plastica ben chiuso per due settimane gli oggetti o i giocattoli (ad es. animali di peluche) che non possono essere lavati in acqua o a secco. Non è necessario tagliare i capelli.
La pediatra consiglia
In conclusione desidero fortemente sottolineare l’importanza primaria del controllo periodico fatto dai genitori, specie di fronte ad un inspiegabile prurito in testa.