Comunità Pastorale
Intervista a mons. Eros Monti, a Brugherio per un incontro sulla politica
La politica come bene comune. Come esercizio collettivo e non solo dell’interesse del singolo.
E’ una sfida importante quella che porta avanti chi decide di intraprendere questo percorso che – anche alla luce delle recenti inchiesteche hanno coinvolto politici vicini alle organizzazioni mafiose, i rimborsi gonfiati e quant’altro – deve essere svolto nel rigore delle scelte morali, etiche e di profilo.
L’incontro con monsignor Eros Monti, già vicario episcopale per la vita sociale della diocesi di Milano ed ora direttore dell’Istituto superiore di studi religiosi “Villa Cagnola” di Gazzada (Varese) che si tiene a Brugherio il 10 gennaio alle 21 presso il salone Polifunzionale dell’Oratorio San Giuseppe è un’utile occasione per chi è impegnato in politica in città e non solo, per fare una riflessione su questi temi (clicca qui per vedere le foto della serata). Monsignor Monti riprenderà tra l’altro alcuni contenuti del documento reso noto nelle scorse settimane dal Consiglio episcopale milanese
Abbiamo rivolto a monsignor Monti alcune domande.
Che cosa vuol dire oggi essere un politico?
Credo vada vissuta ancora come una scelta bella e positiva.
Altrimenti, si cade nel drammatico baratro dell’antipolitica. Va invece ancora presentata come possibilità per tanti giovani che credono nella politica e che scelgono di impegnarsi magari a livello locale, attraverso l’esperienza di una lista civica.
Anche alla luce delle recenti inchieste che hanno coinvolto a vari livelli politici lombardi e non solo, quali sono le priorità nella formazione alla politica?
C’ é un grande lavoro da fare, un lavoro di coscienza prima di tutto.
e poi di riscoperta della dimensione politica della fede. Il politico non è costruttore di sé stesso, ma deve cogliere con coscienza e responsabilità il proprio compito di cristiano.
Deve essere prima di tutto coerente, perché ha la responsabilità di sé e degli altri.
Recentemente il cardinale Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha lanciato l’allarme rispetto al rischio che la crisi economica possa favorire una deriva di aborto e eutanasia. Cosa ne pensa?
Penso che sia un richiamo forte e giusto:difendere il valore della vita significa avere una pienezza di attenzione a tutta la vita umana, in tutte le fasce di età e le situazioni, come può essere la perdita del lavoro. Anche nel documento del Consiglio episcopale milanese si richiama l’unica dimensione dell’uomo che va declinata con un senso forte di giustizia in tutti gli ambiti.