Comunità Pastorale
Cardinale Scola: una città che segue la stella sull’esempio dei Magi
Inizia alle 18 la grande festa della comunità pastorale Epifania del Signore intorno al suo pastore, l’arcivescovo di Milano Angelo Scola (Clicca qui per la fotogallery)
Nella chiesa di San Bartolomeo sono riunite tutte le 4 parrocchie e i sacerdoti della città. Decine i fedeli in piedi, segno di attaccamento al cardinale e non solo, sottolinea Scola.
«È con una gioia commossa che celebro con voi questa sera la santa Eucaristia nella solennità dell’Epifania, che tra voi assume una tonalità del tutto speciale. Grazie al grande antichissimo dono della presenza delle reliquie dei Magi a cui vedo, da questo grande concorso di folla che la chiesa non riesce a contenere, quanto voi siate affezionati e legati».
il video integrale dell’omelia
Reliquie esposte nell’altare laterale dedicato ai “Cercatori di Dio” e incensate dal cardinale all’inizio della Messa (Clicca qui per il video). In apertura di celebrazione il parroco don Vittorino Zoia lo definisce «un altare per tutti, testimonianza della ricerca dell’uomo di un Dio che si è fatto vicino, uno di noi». Le reliquie, aggiunge, «ci consegnano un segno preziosissimo, la cui verità è nel rimando al Dio bambino che è la luce che viene ad illuminare tutto il mondo».
Scola, sull’altare con tutti i sacerdoti della città, guarda l’assemblea e ne apprezza «l’unione tra le diverse parrocchie e tra le diverse forme di attività», che sono «un esempio anche per l’arcivescovo», per poi iniziare la riflessione dai Tre Re e dalla loro domanda “Dov’è il re dei giudei?”: «è una domanda che ogni uomo si porta nel cuore». Perché c’è «il segno di una presenza che preme sul nostro cuore di uomini che non può prescindere dall’invocare Qualcuno che lo accompagni lungo il cammino».
Nel pellegrinaggio che è la vita noi abbiamo bisogno «nel modo più assoluto – sostiene l’arcivescovo – che Qualcuno ci assicuri soprattutto davanti alle nostre contraddizioni e ai nostri peccati, alle nostre fragilità, al passaggio della morte». «I Magi rappresentano questo e voi – aggiunge rivolto all’assemblea – l’avete colto molto bene».
«Brugherio – prosegue l’arcivescovo citando un passo del libro “Una città nel segno dei Magi” – senza le reliquie non sarebbe la città che è. Questa presenza ha fatto e fa la vostra storia e voi lo testimoniate». Il modo della venerazione lo spiega «fino in fondo lo striscione che i giovani hanno preparato fuori di chiesa, che dice come ogni uomo sia cercatore di Dio come i Tre Re».
Santi che si sono messi in cammino dietro a una stella, «segno che Colui che cerchiamo, in realtà è venuto a cercarci Lui».
In città le reliquie vengono amichevolmente dette “umitt” (cioè ometti) a causa della forma del reliquiario. Un’assonanza, fa notare il cardinale, con il motto dei Borromeo “humilitas”, i cardinali che con la loro visita favorirono il ritrovamento delle reliquie. Significa, aggiunge Scola, «che la condizione in cui Dio si è lasciato sprofondare (“umiliò se stesso”) è la grande condizione di cui ciascuno di noi ha bisogno per accogliere il Dio bambino stasera e nei giorni a venire come principio della nostra salvezza e del nostro cambiamento».
Ancor di più nell’anno della Fede indetto dal Santo Padre in cui deve «urgerci continuamente, nel quotidiano della vita nelle case, famiglie, al lavoro, a scuola, negli ambiti espressivi dell’umano, a uno stile di vita che vede la capacità dell’uomo di interrogarsi sul senso dell’esistenza, sulla sua destinazione e di lasciarci abbracciare da Dio che si è fatto bimbo».
La conclusione è un richiamo all’attualità, ma non può non far pensare i cittadini alle imminenti elezioni nazionali, regionali e soprattutto per l’elezione del sindaco. «Lo stile di vita che i Magi ci ricordano ha un benefico influsso anche sulla società civile. Voi siete un popolo vivo in una terra lombarda che come tutte le realtà italiane hanno bisogno di rinnovamento, di rinascita. Ce lo indica la crisi, che sentiamo mordere anche nelle nostre terre. Per costruire un cittadino capace di vita buona a tutti i livelli a chi dobbiamo guardare se non a Dio? Come è possibile edificare la città per un uomo che non abbia un rapporto adeguato ogni giorno con Dio, con gli altri e con se stesso?». In caso contrario «Inesorabilmente prevale il particolare, l’intesse non più armonizzato con il bene di tutti. Prevale la parte».
Il viaggio dei Magi richiama allora «un’esortazione a vivere la fede nella vita» e ad affidare ai Tre Re «di tutto cuore la nostra persona, la nostra comunità, la nostra città».