Salute
Adozione nazionale e internazionale, il supporto del Consultorio familiare
Parliamo di adozione e del ruolo che ha il Consultorio familiare nel gestire le varie problematiche che ne derivano; la dottoressa Giovanna Grasso, psicologa e psicoterapeuta presso il Consultorio familiare di viale Lombardia a Brugherio, ci spiega in che modo il Consultorio può supportare e accompagnare una coppia che intende portare avanti una scelta così importante e allo stesso tempo non sempre facile da gestire.
Alcuni dati possono esserci utili per capire come vanno le cose nel nostro territorio. «Negli ultimi due anni – spiega la dottoressa Giovanna Grasso – c’è stato un forte calo di richieste (la crisi economica? Un’adozione internazionale ha costi davvero molto elevati) e comunque nell’anno 2011 il Consultorio brugherese ha registrato: 4 richieste di adozione nazionale; 4 di adozione internazonale.
Per quanto riguarda gli esiti, non ne siamo informati se non a discrezione delle coppie. Gli esiti noti: una coppia ha ritirato la domanda, 1 non è stata giudicata idonea dal Tribunale dei Minori e 1 ha ricevuto l’idoneità. È bene poi chiarire – continua la psicologa – che quelle nazionali non richiedono un’idoneità. Poi, tra i nuclei familiari seguiti per l’anno di affido pre adottivo: (sempre nel 2011): 5 per un’adozione internazionle; 2 per adozione nazionale per un totale di 6 bambini stranieri e due italiani. Da sottolineare che uno dei compiti istituzionali del Consultorio familiare è quello della selezione, su mandato del Tribunale dei Minori di Milano, delle aspiranti coppie adottive e del sostegno alle coppie stesse durante il primo anno di inserimento del bambino nel nuovo nucleo familiare».
Dottoressa Grasso, concretamente, quindi cosa deve fare una coppia interessata all’adozione?
Per prima cosa è importante l’informazione e la preparazione da effettuare prima della presentazione della domanda presso il Tribunale dei Minori di Milano.
Adottare un bambino italiano o straniero è un modo diverso per diventare genitori, con molte specificità e difficoltà di cui è importante essere consapevoli. Non significa essere genitori di seconda scelta o di ripiego, ma è un’esperienza di genitorialità del tutto diversa, con le proprie peculiarità, che richiede delle risorse specifiche ed un’opportuna preparazione.
È importante che gli aspiranti genitori adottivi ne siano informati. Come fare?
Per prima cosa recarsi presso lo sportello adozioni, presente in ogni consultorio familiare. Previo appuntamento (telefonare negli orari di segreteria al numero 039-2897404) verrà fissato un appuntamento con l’assistente sociale del consultorio (dott.ssa E. Caracciolo) che darà tutte le informazioni necessarie.
E’ opportuno che la coppia ancor prima di fare domanda ufficiale al Tribunale dei Minori, partecipi a corsi di formazione di base per aspiranti genitori adottivi per confrontarsi con la specificità della genitorialità adottiva e cominciare a capire se si senta adatta a questo tipo di esperienza.
Anche la nostra Asl organizza tali corsi di formazione: per informazioni rivolgersi sempre alla assistente sociale del consultorio o consultare il sito della Asl (www.aslmonzabrianza.it) oppure contattare la referente Asl dott.ssa Mariangela Beretta (tel. 039-2384961 nella sola giornata del mercoledì; o via mail: beretta.mariangela@aslmb.it). I corsi sono gratuiti.
Vi sono poi diverse associazioni private sul territorio che effettuano corsi di formazione di base e successivi approfondimenti.
Il passo successivo sarà quello di depositare la domanda presso il Tribunale dei Minori di Milano (via Leopardi). Quest’ultimo darà mandato all’equipe adozioni del Consultorio Familiare ( formato da psicologa e assistente sociale) di fare un’accurata indagine psico sociale sulla coppia e di redigere una relazione complessa da inviare al Tribunale entro i quattro mesi successivi (gli operatori possono chiedere una proroga al Tribunale dei Minori nel caso la situazione lo richieda).
In genere effettuiamo 4-5 colloqui e una visita domiciliare. Completata la relazione finale, questa verrà letta alla coppia e inviata al Tribunale dei Minori che, riunendosi in camera di consiglio, deciderà per l’idoneità o meno della coppia sulla base e della relazione e di un ulteriore colloquio effettuato dal giudice onorario. Questo nel caso dell’adozione internazionale.
L’adozione nazionale segue lo stesso iter ma non richiede un’idoneità. La domanda viene comunque depositata presso il Tribunale dei Minori e per i tre anni successivi rimarrà valida: nel caso vi fosse un bambino adatto alle caratteristiche descritte della coppia, quest’ultima verrebbe contattata dal Tribunale dei Minori per un possibile abbinamento. Possono essere presentate contemporaneamente la richiesta di disponibilità all’adozione internazionale e nazionale e, nel caso di quest’ultima, anche in diversi Tribunali d’Italia.
L’adozione internazionale è sicuramente più complessa e richiede anche un investimento di tipo economico piuttosto impegnativo (per i costi di soggiorno, di traduzione, ecct.).