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Aumenta l’Imu sulla prima casa. Ritocco dallo 0,40% allo 0,55%

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Aumenta l’Imu sulla prima casa. Ritocco dallo 0,40% allo 0,55%

’aumento andrà quindi a toccare moltissime famiglie brugheresi, tutte quelle che vivono in una casa di proprietà.

Villa Fiorita era già stata costretta a imporre l’aliquota massima (1,06%) per tutti gli altri immobili (seconde case, negozi, strutture produttive), ma in un primo momento aveva lasciato quella sull’abitazione principale al livello standard previsto dal Governo Monti (0,4%). Nella delibera della scorsa estate però il commissario si era riservata la facoltà di provvedere ad eventuali modifiche nei mesi autunnali qualora i conti del Comune lo avessero reso indispensabile.

E così purtroppo è avvenuto. La nuova delibera è stata firmata lo scorso 31 ottobre e resa nota il 2 novembre con un laconico comunicato del Comune: nessuna parola per spiegare meglio la decisione. Solo una tabella con le percentuali aggiornate. Pobabilmente sulla decisione ha pesato la mancata vendita di proprietà comunali (la cui asta era andata deserta) e introiti dal mondo del mattone più bassi del previsto.

Non si tratta dell’unico aumento di tasse locali deciso dal comune di Brugherio: la scorsa estate infatti il commissario Nuzzi aveva già incrementato l’aliquota di compartecipazione dell’addizionale all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), fatta salire dallo 0,5% allo allo 0,8%.

Anziani tutelati, ma non gli usi gratuiti
Unica parziale consolazione riguarda la conferma dell’aliquota da abitazione principale anche per gli appartamenti posseduti da anziani e disabili che abbiano residenza presso una casa di riposo. Stando alle regole nazionali avrebbero dovuto pagare l’aliquota all’1,06 per cento, ma il Comune di Brugherio si è avvalso della facoltà (a proprie spese) di considerare quelle abitazioni ancora come residenza principale. Rispetto invece alle vecchie regole dell’Ici, dovranno pagare l’aliquota massima coloro che hanno concesso ad uso gratutito un appartamento (per esempio ai propri figli). Quelle case sono considerate al pari di immobili dati in affitto o tenuti vuoti a disposizione del proprietario.

Entro il 17 dicembre conti da rifare
L’ultima rata dell’Imu 2012 andrà pagata come previsto entro il prossimo 17 dicembre. Ora anche chi possiede solo l’abitazione principale dovrà però rifare i conti: alla scadenza del 18 giugno 2012 la prima rata era stata pagata sulla base dell’aliquota allo 0,4%. La seconda rata che scade il 17 dicembre (terza rata per chi ha deciso di pagare in tre versamenti) andrà invece ricalcolata sulla base delle aliquote aggiornate, sia per l’abitazione principale che per tutti gli altri immobili.
Sul sito del Comune di Brugherio (www.comune.brugherio.mb.it) è disponibile un servizio di calcolo che compila automaticamente anche il modulo F24 per il pagamento.
Ricordiamo che per la prima casa (cioè l’abitazione principale) è prevista una detrazione fissa di 200 euro (se i proprietari sono più di uno la detrazione va divisa tra di loro). La detrazione è maggiorata di 50 euro per ogni figlio di età non superiore a 26 anni che abbia residenza e dimora abituale nell’abitazione principale. L’aliquota allo 0,55 per cento si applica anche alle pertinenze dell’abitazione principale (il caso più comune è il box). Possono essere considerate come pertinenze le unita immobiliari accatastate nelle categorie C/2 (magazzini), C/6 (autorimesse) e C/7 (tettoie), al massimo una per tipo. Il calcolo dell’imposta abitazione princiapale si esegue così: si deve moltiplicare la rendita catastale (in euro, la si ricava dal rogito o dalla dichiarazione dei redditi) per 1,05 e il risultato va moltiplicato ancora per 160. Il risultato ottenuto va diviso per mille e moltiplicato per 5,5. A questa cifra si devono detrarre i 200 euro di base e i 50 euro per ogni eventuale figlio sotto i 26 anni che viva ancora in casa.

A chi vanno i soldi?
L’Imu, che ha sostituito e modificato la vecchia Ici, è un’imposta le cui risorse finiscono in parte nelle casse dei comuni e in parte in quelle dello Stato centrale.
Le amministrazioni locali incassano per intero gli introiti dell’Imu sulle prime case, mentre per gli altri immobili metà dell’aliquota standard prevista dalla legge 0,78%) finisce allo Stato.

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