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Il ritrovamento del quadro, da una frase nascosta negli archivi parrocchiali
Il testo è del 1930 e di quel ritratto nessuno si ricorda, nonostante il prestigioso autore.
Partono le ricerche insieme a Paolo Polvara, con il timore che la tela sia andata perduta o sottratta. I posti dove cercare sono diversi: gli armadi parrocchiali, le sacrestie, le cantine, la soffitta.
È proprio in quest’ultimo luogo che compare un ritratto, coperto di polvere e malandato. Nessuno riconosce la figura ritratta, ma è sufficiente recarsi al cimitero vecchio e guardare l’effigie che si trova sulla tomba del parroco Nova per riconoscerne la somiglianza.
Inizia così l’approfondimento, lo studio, il restauro che danno la conferma definitiva: l’opera ritrovata è il ritratto che Mosè Bianchi fece al parroco Gian Andrea Nova.